Sunday, 5 July 2015


I Greci hanno votato NO, e festeggiano.
Ognuno festeggia quando vuole, ma mi sembra ancora un po' presto per festeggiare.
Certo è possibile che sia stata la scelta giusta. Sono certo che l'Europa vada riformata e questa potrebbe essere la spinta che determina la sua riforma. Potrebbe... Spero che sia così, in fondo sperare non costa niente (dicono, ma chissà se è vero).
Però, la riforma che si fa deve essere quella giusta, non quella sbagliata.
Al di là della retorica contro “l’Europa delle Banche”, e l’ipotesi che ci siano poteri corrotti che ne hanno approfittato, i conti vanno fatti perché la ricchezza non si finge, e i debiti, al contrario, non si cancellano da soli.
Checché possiamo sperare, la riforma che verrà non sarà la riforma che ci permetterà di spendere quello che non abbiamo. Potrà forse evangelicamente ristrutturare i debiti nazionali suddividendo un po’ dei debiti dei Greci sui loro creditori, cioè noi, e un po’ dei nostri sui nostri creditori (altrimenti ci hanno fregato). Ma insomma, se evangelicamente non si moltiplicano anche i pani ed i pesci, la ricchezza della vecchia Europa non aumenterà solo perché pretendiamo che aumenti.
Anche se è sempre possibile volere “capre e cavoli”, non è poi sempre possibile averli davvero.  Io credo che i limiti limiti che l’Europa sta dimostrando siano soprattutto qui: nel volere “la capra” dei vantaggi dell’Unione Europea, ed “il cavolo” della permanenza degli stati nazionali come centro del nostro sistema politico, giuridico, economico ed identitario.
Sul problema dei Migranti, come su quello del Debito, l’Europa non è una ma ventotto (28), e non sorprendentemente non funziona bene
So che non è un momento in cui è facile parlarne, ma è un momento di scelte che avranno conseguenze sul nostro futuro. È il momento di scegliere se andare avanti su una strada in cui i debiti, come i migranti, saranno  per forza suddivisi perché non ci saranno più frontiere per concettualizzarli separatamente, o andare indietro verso la strada degli “interessi nazionali”. Restare a metà del guado non è facile perché la corrente aumenta.
Quella che va cancellata è l’Europa delle nazioni. Cari concittadini Europei, il nostro problema sono i Greci, gli Italiani, i Francesi ed i Tedeschi, ed anche tutte le altre 24 varietà di nazionalisti che si trovano in giro. Altrimenti non credo mi convincerò facilmente di dovermi rassegnare a che i Greci non ci paghino la loro parte di debito quando noi dobbiamo pagare la nostra. E temo che sarà ancora più difficile convincere gli altri, quelli che – a differenza dell’Italia e della Grecia - non appartengono ai Paesi del mondo che hanno un debito pubblico che supera il proprio prodotto interno lordo.
Ma i cuori sembrano andare in direzione opposta, con il risorgere delle bandiere e dei confini. E allora per il momento siamo qui, a dover decidere in ventotto (più FMI, altri stati ed istituzioni varie).
Mi dispiace vedere il mio Paese ridotto così, ma lo vedo. Ai miei concittadini di lingua greca faccio i miei migliori auguri perché le cose ripartano in fretta e senza troppo dolore.

Mi resta il dubbio: Tsipras e Varoufakis passeranno alla storia come eroi o come matti?

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